Abbiamo chiesto a Noemi De Santis, Responsabile Relazioni Esterne & Comunicazione di Giunko srl, la società che ha ideato Junker, di parlarci di questo bel progetto.
Mettiamola così: quando sei una madre di figli piccoli che fa la giocoliera tra casa, scuola, lavoro e le mille incombenze dalla vita quotidiana, che importanza può rivestire la raccolta differenziata nella tua vita?
Prossima allo zero, probabilmente…
Invece no, se il marito tuona che è arrivato l’ennesimo cartellino rosso e bisogna darsi una regolata o la tassa appesantita dalle sanzioni quest’anno si mangia le vacanze!
Ed ecco che allora la madre in questione inizia a documentarsi: scarica calendari dal sito comunale e li attacca sul frigo, va a ripescare una guida del conferimento dall’ecosportello e si mette d’impegno a non dare nulla per scontato quando getta via qualcosa.
Ma presto cominciano i dubbi: le cuffie dell’MP3 dove si buttano?
Nella guida non ci sono, vediamo su internet: dice che sono RAEE e bisogna portarle all’ecocentro. Va bene, al prossimo elettrodomestico che si rompe si porta tutto.
E i sacchetti dei biscotti? Alcuni sembrano di carta, altri di plastica, altri di vari strati attaccati. Nella guida dicono nel bidone della carta, ma alcuni sono palesemente non-carta.
La vicina di casa dice: “fai la prova appallottolandoli, se si riaprono è plastica, altrimenti è carta!”
Ma anche la vicina ha preso bollino rosso, come essere certi che sia giusto così… ci sarà un modo per verificare. L’URP del Comune ti dice di guardare sulla confezione, dal momento che andrebbe indicato per legge dal produttore. Ma se sulla confezione c’è solo il simbolo delle tre frecce e la dicitura “non disperdere nell’ambiente”?
Non si può prendere una multa per i biscotti, per cui alla fine i sacchetti dei biscotti vanno nel bidone grigio, con buona pace dell’economia circolare.
Lo stesso per le confezioni composite, quelle dai materiali poco chiari, le cialde del caffè che non si aprono, i sacchetti bioplastica con le etichette appiccicate, i cartoni della pizza, i tovaglioli colorati, le vaschette di polistirolo unte, gli incarti degli affettati a più strati e le scatolette di tonno unte.
Non si faranno errori, ma così il sacco grigio non dimagrisce mai… anzi!
E’ incredibile che oggigiorno, in una società in cui i dati governano gli aspetti più minuti della nostra vita e tutto è spiegabile attraverso equazioni complesse, non ci sia un modo per sapere con certezza di che materiale è fatto un prodotto e come conferirlo correttamente. Una nicchia scoperta di informazione che pesa sulla coscienza di istituzioni e organi centrali che si affannano a dire “fate bene la raccolta differenziata”, ma poi non riescono a dare strumenti all’altezza del bisogno.
E allora cosa fare?
Per fortuna il Comune di Campagnano ci ha pensato, si è documentato e ha deciso di adottare uno strumento innovativo: una app di nuova generazione che riconosce i prodotti dal codice a barre e dice di che materiali è fatto e dove si butta, ma solo dopo aver geolocalizzato l’utente e agganciato le regole locali.
Ma se si cerca un prodotto e non c’è?
La trovata geniale è aver aperto la app al contributo degli utenti, che possono segnalare errori, prodotti o foto mancanti: un help desk permanente riceve le loro segnalazioni, censisce i materiali dei prodotti suggeriti e inserisce tutto nella base dati, a beneficio di tutti.
Tutto questo è gratuito e a disposizione, si chiama Junker app (da junk= scarto) ed esiste per sistemi Android e Apple.
Il team di sviluppo non si è fermato qui, ha deciso che l’inclusione doveva essere massima e ha reso la app totalmente accessibile ai non vedenti, poi ha cominciato ad aggiungere le lingue, prima le più comuni (tedesco, inglese, spagnolo e francese) a beneficio dei tanti turisti che vengono in Italia e sono disarmati di fronte alla complessità di certe raccolte. Poi ha pensato alle comunità straniere che vivono e lavorano nel nostro paese e ha aggiunto russo, cinese, ucraino e rumeno.
E dicono che non si fermeranno qui, perché con la loro app nessuno, ma proprio nessuno deve avere scuse per non differenziare.
Il business è cresciuto da solo, praticamente, con le prime richieste dei Comuni di inserire le proprie info locali sulla app.
Il sistema Junker è adottato da 600 Comuni d’Italia, ma anche in città che non hanno ancora aderito, la diffusione presso la cittadinanza è sorprendente, soprattutto se si pensa che è avvenuta solo per passaparola!
Quindi sono arrivati i calendari, le notifiche, i punti su mappa, i messaggi diretti, le segnalazione di punti di interesse per l’economia circolare e le segnalazioni di degrado. Ogni nuova richiesta diventa un nuovo servizio ed entra nel pacchetto in vendita per tutti i comuni.
Sostenibilità, diffusione di buone pratiche, trasparenza, crowdsourcing, big data, cloud… ormai sono tante le caratteristiche di innovatività e circolarità che l’avventura di Junker app somma in sé.
E voi che aspettate a provarla per mettere fine ai dubbi e, soprattutto, agli errori?
Per saperne di più visitate il sito www.junkerapp.it
Giunko progetta e sviluppa architetture complesse e sistemi distribuiti basati su tecnologie all’avanguardia mirate all’innovazione di processo e alla qualità dell’esperienza utente.
Inoltre aggrega, tratta ed elabora grandi quantità di dati per valorizzarli al meglio in scenari competitivi.