Tutto è iniziato come una semplice idea, che si è trasformata in qualcosa di più importante.
6 mesi fa un gruppo di giovani amici, Salvatore De Luca, Corrado Bertocchi, Francesco Giacometti, ha dato vita al Progetto Filandro, creando da zero un format.
Alla base ci sono il sociale, i pregiudizi, le persone che affrontano problemi gravi.
I ragazzi intendono toccare temi molto difficili da comprendere e raramente trattati dai media, con l’intento di sfondare il muro che impedisce a tante persone di parlare.
Tutto ciò senza richiedere il sostegno di alcun ente politico, né a destra, né a sinistra.
Raccontiamo il progetto con le parole dei ragazzi.
“Abbiamo deciso di intraprendere un percorso che potrebbe rappresentare l’inizio giusto per far comprendere alla gente ciò che vogliamo comunicare.
Per questo motivo, dunque, abbiamo organizzato un incontro con alcuni clochard, persone che hanno perso tutto o non hanno mai “voluto” o “potuto” avere qualcosa di proprio.
Avendo approfondito la loro conoscenza attraverso l’intervista, abbiamo capito meglio che persone siano, anzi abbiamo scoperto che con molti di essi è possibile parlare di argomenti culturalmente profondi, mentre altri ancora vivono di espedienti pur avendo la possibilità di una vita più agiata.
Questa esperienza è stata racchiusa in un video che ha lo scopo di sensibilizzare più persone possibili riguardo la situazione in cui vivono queste persone.
Vogliamo contrapporci al menefreghismo dominante nella società odierna, dove tutti vogliono tutto e, cosa ancora più grave, piena di pregiudizi e stereotipi difficile cancellare.
Abbiamo deciso di “sconfinare” da questa fredda “chiusura” mentale, che ci tiene lontani dal mondo in cui viviamo, affascinante, ma anche pieno di problemi.
Preoccupiamoci, dunque, anche dei problemi di chi è meno fortunato di noi.
Certo tutti noi viviamo delle difficoltà più o meno grandi, ma mai quanti può averne, magari, un clochard.
Finiamola di pensare sempre ai nostri interessi, al nostro orticello, che potrebbe inaridire da un momento all’altro se pensiamo sempre a noi stessi.
Purtroppo i mezzi per aiutare queste persone non sono molti e non è certo un video che risolverà le loro problematiche, ma vogliamo condividere con tutti questa esperienza che a noi ha lasciato un segno indelebile.
Viva la vita!”
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